Streaming console, cosa ci aspetta nel mondo hardware?

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Fanno discutere le ultime affermazioni di Yves Guillemot, CEO Ubisoft intervistato da IGN sul futuro dei videogiochi.

E fanno pensare che Guillemot sappia qualcosa che noi ignoriamo, soprattutto per quanto riguarda il progetto ancora segreto di Google, la misteriosa console Yeti, possibile piattaforma da gaming strutturata su base streaming.

L’ipotesi vede infatti un futuro dove l’hardware ha sempre meno importanza e i videogiochi si affrontano direttamente attraverso piattaforme di streaming, spostando così nel mondo cloud le periferiche casalinghe e abbattendo il concetto di esclusiva che, fino ad adesso ha dettato il mercato console, distinguendolo da quello pc e mobile.

Guillemot dice: “Attualmente la tecnologia sta andando in questa direzione. Le macchine saranno più potenti e i sistemi per trasferire i dati diventeranno più efficienti. Così, a un certo punto, si avranno esperienze migliori in streaming che comprando una nuova macchina.”

Un modello quindi che vedrà la fine dei sistemi che conosciamo, o addirittura edizioni Xbox e Playstation che scommettono su design e altri elementi ma che condividono la stessa banca dati di prodotti giocabili attraverso lo streaming online. Quindi una realtà cross platform, basata probabilmente su sistemi di abbonamento che ci metteranno a disposizione interi titoli come avviene al momento in realtà televisive come Netflix.

Durante l’intervista, il CEO commenta anche relativamente allo sviluppo dei giochi della sua compagnia e al contributo che potrebbero dare gli stessi appassionati: “In futuro i giochi offriranno dei mondi immensi. Sarà davvero bello avere molti creatori capaci di plasmare ambienti completamente diversi da quelli realizzabili da un solo team, anche se di cinquecento persone.”

Utopia o realtà imminente? Questo ce lo dirà solo il mercato, di certo però ci torna difficile immaginare Microsoft, Nintendo e Sony che rinunciano alle loro piattaforme in funzione di un gaming condiviso, l’arrivo di nuovi attori e una rivoluzione del settore potrebbe però cambiare le carte in tavola.

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