Italia, è il momento di compiere la svolta ultrabroadband

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Migliorare gli investimenti in Ricerca&Sviluppo, sostenere la formazione, industrializzare le innovazioni: in una parola, accelerare e abbracciare la svolta ultrabroadband per intercettare le trasformazioni che sono già iniziate a livello globale e che entro il 2020 dovrebbero portare, secondo gli analisti, a un impatto notevole sull’economia dei Paesi.

Colmare il gap

Per l’Italia, che al momento appare defilata in seconda linea rispetto a queste innovazioni, l’obiettivo è innanzitutto colmare le distanze con i Paesi più evoluti, puntando appunto sulle strategie descritte in precedenza. I vantaggi sono concreti, stando a quanto anticipano gli esperti: a fronte di una crescita globale del Pil inferiore al 3 per cento annuo, l’economia digitale a livello mondiale cresce con ritmi più che tripli, andando in “doppia cifra”.

Parola d’ordine, accelerare

Inoltre, già da tempo i think thank dell’economia sostengono che tra i benefici di questo nuovo tipo di crescita economica bisogna annoverare (e considerare) anche la qualità, sostenuta da beni e servizi innovativi e competitivi anche sul piano internazionale. I vari processi attivati (anche in Italia) sono infatti caratterizzati da una serie di obiettivi comuni, come rendere i Paesi più efficienti e sicuri, snellire i processi e la burocrazia per garantire servizi dai costi più sostenibili e, sul versante industriale, aumentare la produttività.

L’importanza della banda larga

Il fulcro di questa rivoluzione è anche la banda larga, la cui diffusione è strettamente legata al rapido sviluppo dell’ ICT a livello mondiale: secondo le ultime rilevazioni, oggi in tutto il mondo l’incipiente e ingente accumulo di dati prosegue al ritmo di 90 Mbit l’ora per ogni persona e impresa. Ma l’Italia, se non cambia passo soprattutto sul versante della connettività, rischia di restare ai margini del processo, perché oggi è sempre più evidente il gap economico e tecnologico con altri Paesi.

Verso la tecnologia 5G

Qualcosa per fortuna si sta muovendo, soprattutto grazie agli investimenti delle aziende private orientati alla nuova tecnologia 5G, che potrebbe essere l’occasione per offrire a tutti architetture di rete agili e piattaforme aperte per accelerare il processo di digitalizzazione in tutto il territorio. Una partita cui intendono farsi sentire non solo gli operatori tradizionali, come l’ex monopolista Telecom o Open Fiber, ma anche alcuni nomi “nuovi”.

Gli investimenti privati

È il caso di Eolo, società lombarda attiva da 10 anni nel campo della fornitura di servizi di connessione, che ha già ampliato la sua presenza in tutto il Nord e Centro Italia con il suo sistema di fixed wireless, che mette a disposizione degli utenti una offerta Internet Adsl casa con velocità effettiva di 30 Mega in download. Ma l’obiettivo della compagnia guidata da Luca Spada è ancora più ambizioso, visto che è stato annunciato un investimento di 200 milioni di euro nei prossimi quattro anni destinato proprio a migliorare la rete verso il 5G.

Le prime sperimentazioni

Nello specifico, l’operatore ha già lanciato la fase sperimentale delle sue tecnologie “5G ready”, erogando agli utenti servizi di connettività con una velocità pari a 100 Mbps in download e 50 Mbps in upload; merito anche dell’accordo con il Ministero dello Sviluppo Economico, frutto di un investimento di 10 milioni di euro, per i diritti d’uso per 112MHz di spettro radio a 28GHz su scala nazionale.

 

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