Un anno senza Internet è possibile?

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Nell’ottica di una società sempre più globalizzata, frenetica, tecnologica ed esigente, anche solo pensare di doversi allontanare dal computer per qualche giorno diventa un’impresa impossibile. La mail da controllare ripetutamente, quei file da mettere in download, il profilo di Facebook che aspetta di essere aggiornato; sono tutti fattori della nostra vita tecnologica che il tempo ci ha fatto trasformare in vere e proprie priorità.
Assurdo quindi immaginare di dover staccare la spina per un pò, nonchè scegliere di riutilizzare a tempo pieno il ‘vecchio’ telefono fisso, riscoprire il rumore molesto del fax, ricominciare a scrivere le lettere su carta e informarsi ricorrendo alla cara vecchia biblioteca.

Eppure c’è chi, anima e coraggio, questo esperimento vuole provarlo. Si tratta di Paul Miller di The Verge, un giornalista noto nel campo della tecnologia che ha pensato bene di ritornare all’era pre-Web per 365 giorni.
Un anno senza computer, social network e mail. Un anno, insomma, privo di qualsiasi apparecchio che si serva di una connessione a Internet (Miller non potrà neanche chiedere ad altri di accedervi per conto suo), privo di protocolli VoIP e di file multimediali che richiedano una connessione per la loro riproduzione. In sostanza, spoglio di tutta quella materia prima intrisa di tecnologia che tanto ha caratterizzato l’evolversi della società contemporanea.

Una scelta drastica, controcorrente, coraggiosa. Una decisione che tuttavia non sembra scoraggiare Miller in maniera poi così incisiva, perchè prendere le distanze da qualcosa che sfugge al nostro controllo, forse, non può far che bene:

«Voglio guardare Internet da lontano. Separandomi dalla costante connettività, posso capire quali aspetti siano di vero valore e quali delle distrazioni e quali ancora stanno corrompendo il mio animo. Ciò che mi preoccupa è che sono così dipendente da Internet che ho trovato modi per riempire con esso ogni spazio della mia vita e sono sicuro che Internet abbia invaso dei luoghi che non gli appartengono».

Tuttavia l’editore non smetterà di lavorare: i suoi pezzi per The Verge verranno stesi su carta e le fotografie faranno uso delle pellicole. Un addetto preposto si occuperà poi di caricare il materiale lavorativo di Miller e di farlo pubblicare. Per commenti ed opinioni diretti allo stesso giornalista, invece, non ci resta che armarci di carta, penna e francobollo, perchè non scordiamoci che la ‘casella di posta Paul Miller’ va in vacanza per un anno!

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