Verso l’abolizione della SIAE? Con Monti se ne inizia a parlare

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In tempi di libero mercato e di una concorrenza sempre più evocata, parlare di monopolio appare senz’altro come una brutta stonatura. E se in Italia ci sono ancora varie situazioni di monopolio, tra l’altro piuttosto antipatiche, proprio in virtù del principio liberale che sempre più siamo concentrati ad inseguire, è legittimo che le riflessioni convergano affinchè siano messe in atto le opportune norme di correzione.
Non è un caso se dopo il pacchetto liberalizzazioni sono state molte le voci ad elevarsi per far emergere la scandalosa posizione della SIAE, che in termini di diritti di autore gode di una posizione monopolista quanto mai evidente.

Il Governo, proprio con le misure di liberalizzazione, ha già toccato il tasto del copyright mostrandosi aperto all’eventualità che qualcuno voglia aprire un confronto teso ad osare un pò di più, mettendo anche in discussione, perchè no, l’esistenza stessa della SIAE. Dieci, tra associazioni e soggetti attivi della rete italiana hanno perciò colto la palla al balzo e messo nero su bianco una serie di proposte che mirano a liberalizzare senza se il monopolio della SIAE mettendo altresì in discussione l’obbligo di apporre il bollino sulle opere protette.

Ma non solo queste le proposte che giungeranno nell’Agenda Digitale rilanciata da Monti (l’Agenda Digitale è una sorta di cabina di regia messa in piedi per studiare misure di innovazione e modernizzazione tecnologica per il Paese).
Tra le altre, infatti, si mira a valorizzare la distribuzione digitale delle opere eguagliando innanzitutto l’IVA prevista per gli eBook con quella fissata per i libri cartacei. E ce n’è anche per la Pubblica Amministrazione: gli uffici pubblici dovranno mettere online tutti i loro dati per avvicinare il cittadino ai principi di trasparenza e democrazia, un pò come ha fatto Openpolis nel caso dei politici, e devono inoltre essere obbligati a valutare l’utilizzo del software libero che verrà sostituito a quello a pagamento.
Ma ci sono passi anche piuttosto scottanti tra cui  la proposta di affidare le frequenze tv a un’asta a pagamento, abolendo quindi il beauty contest elaborato dal Governo Berlusconi, e l’idea di riformare il mercato del diritto d’autore troppo severo in termini di pirateria informatica.

I 15 emendamenti al pacchetto liberalizzazioni hanno trovato consensi bipartisan e un clima favorevole anche da parte del Governo.

 

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