XNA, quando la vita artificiale non è più fantascienza

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Vita artificiale. Fantascienza? Forse non più! Almeno non per i ricercatori del Medical Research Council, i quali, grazie ad una serie di studi e di ricerche condotte nel campo della genetica, sembra siano stati capaci di riprodurre forme elementari di vita artificiale. Perseguendo il mito della biologia sintetica, aperto dal noto ricercatore Craig Verner, i genetisti del Regno Unito sono riusciti a scavalcare i limiti del possibile dando vita ad una terza molecola che d’ora in potrebbe affiancarsi a quelle del DNA e dell’RNA.

Vitor Pinheiro e Phil Holliger hanno infatti sviluppato sei polimeri alternativi, denominati XNA, in grado di trattere le informazioni genetiche e di evolvere con la selezione naturale. In particolare, Pinheiro, ha modificato il DNA polimerasi, un enzima in grado di copiare il DNA generando i filamenti tra le basi che tra loro risultano essere corrispondenti. Il ricercatore è intervenuto proprio su questo meccanismo spingendo l’enzima ad evolvere optando per una scelta diversa rispetto a quella ‘classica’ che lo porta alla creazione del DNA.
L’XNA di Pinheiro, è una forma più evoluta delle precedenti già viste poichè, non limitandosi ad essere una copia di qualcosa di già visto, è dotato di una struttura propria che risponde a meccanismi autonomi.

Grazie a questo lavoro dunque, gli enzimi sono ora in grado di copiare informazioni tra DNA e XNA con una precisione simata al 95%. Un dato, questo, che sorprende e affascina anche Jack Szostak, biologo di Harvard:

“Il lavoro di Phil è molto interessante per quanto riguarda l’origine della vita. In linea di principio, diversi polimeri potrebbero assumere il ruolo di RNA e DNA negli organismi viventi. Perché allora la biologia moderna deve limitarsi ad usare solo RNA e DNA?”.

Le differenze principali che distinguono il DNA dall’XNA sono quindi variegate, e sulla base dei fattori di ‘forza’ l’XNA ne esce inevitabilmente vincente. Grazie alla sua natura artificiale, infatti, la nuova molecola è invulnerabile agli enzimi, a valori accentuati di pH e ad ulteriori condizioni che restano invece difficili da digerire al DNA.

Nuove forme di vita potrebbero basarsi su questa molecola non naturale? Jack Szostak non si sente di escluderne la possibilità.


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