Il social mapping, un aiuto dal mondo digitale per il controllo delle catastrofi ambientali

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Francesco Bartoli ha presentato il social mapping, la mappa collaborativa grazie al contributo di volontari.
Si scatena un terremoto, un fiume esce dagli argini, precipita una valanga?
L’evento disastroso può essere segnalato con un messaggio e verrà riportato su una cartina digitale. Questa è l’idea di Francesco Bartoli, sviluppatore software, che propone una mappa collaborativa che permetta di ricostruire un ambiente dettagliato del territorio, il social mapping.


L’idea è quella di costruire un database a livello mondiale degli incidenti naturali e divulgarlo al maggior numero possibile di persone. Grazie anche all’intervento collaborativo dei volontari.
Bartoli ha lanciato l’iniziativa su Geobeyond, la sua startup, fondata nel 2011 ed è un esperto in materia. Vuole raccogliere informazioni sugli eventi disastrosi di un territorio tramite anche le informazioni pubblicate dai volontari. Il sistema si basa su Crowdmap, un sito che consente di mettere a disposizione una mappa per segnalazioni da inserire mediante un modulo che può essere utilizzato per la segnalazione di qualsiasi evento catastrofico. Le informazione così raccolte possono essere utili in vari campi, sui danni provocati dai terremoti, nel coordinamento dei soccorsi sul campo, nel portare alla luce dati sulla gestione di rifiuti. Il tutto avviene tramite l’incontro tra i social network e le zone che hanno subito danni.

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