Finalmente è ripartita la serie regolare di Resident Evil, monumento del genere horror nato più di vent’anni fa sulla prima PlayStation. Dopo gli inizi spettacolari, dal quinto capitolo la qualità delle uscite è scesa parecchio, più che altro perché la casa madre Capcom ha puntato più sull’azione che sulla paura. Con il settimo capitolo, appena arrivato nei negozi, cambia tutto di nuovo: ecco l’inquadratura in soggettiva, il terrore in ogni attimo di gioco e una storia totalmente inedita.
Inutile dire che le aspettative fossero molto elevate tra i fan irriducibili della saga, che considerano il quinto-sesto episodio un semplice caso isolato. Resident Evil VII voleva rappresentare un nuovo inizio e, senza tirarla troppo per le lunghe, si può dire che abbia centrato l’obiettivo. Quindi parliamo di un altro capolavoro incontestabile? Non proprio, ma si tratta del miglior gioco horror da tre anni a questa parte – cioé dall’uscita di Alien: Isolation. Anzi: se avete amato quel titolo, potete anche saltare tutti i paragrafi seguenti e correre a comprarlo.
Perché comprare Resident Evil VII
1. L’atmosfera da kolossal cinematografico
Il team di sviluppo ha fatto un lavoro eccellente nel dare a Resident Evil VII un’atmosfera da film lasciando il totale controllo all’utente. Grazie all’illuminazione spettacolare, ai filtri sull’immagine e al dettaglio maniacale delle ambientazioni, la sensazione di “esserci” è quasi unica. Se poi avete a disposizione il visore PlayStation VR per PlayStation 4, sappiate che è uno dei migliori titoli per questo dispositivo. Dovete solo avere il coraggio di giocarci…
2. Il gameplay semplice ma non banale
Resident Evil VII sembra l’ennesimo titolo horror in soggettiva, ma non lo è. Sebbene non offra molta libertà d’azione né tantissima varietà nel gameplay, sa sempre coglierci di sorpresa cambiando in pochi attimi obiettivi, nemici, e scenario. Perfino elementi classici dell’horror come i flashback vengono gestiti in modo originale, senza lasciare l’inquadratura in prima persona. E l’assenza quasi totale di indicatori su schermo fa sì che non sembri nemmeno un videogame.
3. La storia che sembra scontata, invece…
Trailer e anticipazioni pre-lancio lasciavano pensare all’ennesima imitazione dei film horror classici, ma non è così. L’inizio è sì molto scontato, ma in pochi minuti la storia cambia totalmente direzione e ci porta su binari a tratti conosciuti, ma totalmente inattesi. Inutile dire che è difficile staccarsi dai controlli prima di aver svelato il mistero, o esserci entrati ancora più a fondo.
4. La difficoltà bilanciata perfettamente
Al di là delle regolazioni e dell’allenamento di ognuno, Resident Evil VII sa essere frustrante quanto basta e complesso quel tanto da farci innervosire senza lasciare mai il gioco. I punti in cui si può morire ripetutamente sono molti, ma anche le opzioni che vengono date per superarli: ciò rende il classico “riproviamoci!” un chiodo fisso fino alla fine.
5. Il doppiaggio in italiano apprezzabile
A parte un paio di voci non troppo azzeccate per i personaggi che rappresentano, le voci in italiano non sono fastidiose come in altri titoli simili (e nei capitoli precedenti). Ma soprattutto, i doppiatori si sono impegnati per “dosare” nel modo giusto la loro performance in base al contesto. Le voci trasmettono bene le emozioni e gli sbalzi di umore dei protagonisti, un elemento chiave nel genere horror.
Perché non comprare Resident Evil VII
1. La durata ridotta
Anche andando piano, Resident Evil VII si finisce tranquillamente in meno di 10 ore che su console è un mezzo affronto visti i 70 Euro che costa. Se poi siete esperti della categoria horror/shooter, il tempo per finirlo si accorcia ulteriormente. Se è vero che c’è la voglia di rigiocarlo grazie all’ottima atmosfera, è anche vero che la storia è sempre la stessa, come le situazioni da attraversare. E i contenuti extra in arrivo prossimamente, via DLC, saranno venduti a parte.
2. Gli enigmi che spezzano l’azione
Doversi fermare per mezz’ora a risolvere un enigma non è il massimo per l’atmosfera di un gioco horror e, benché capiti di rado, in Resident Evil VII rappresenta un fastidio inutile. Per fortuna, Capcom ha limitato questo elemento in numero e frequenza, ma ne avremmo volentieri fatto a meno.
Bentornati nel survival horror
Sta a voi decidere, ma senza dubbio si tratta del migliore episodio di Resident Evil dai tempi del quarto capitolo. Se non basta per convicervi, potete provare la demo e farvi un’idea più concreta di grafica, sonoro e gameplay. E se non avete mai giocato uno degli episodi precedenti, cosa quasi impossibile, questo è un buon punto d’inizio. Ora speriamo che Capcom vada avanti su questa strada e non ritorni agli esperimenti “action” dei capitoli precedenti.