In autunno potrebbe arrivare un aumento del canone, per dare una boccata di ossigeno ai conti dell’ex monopolista in crisi.
[Fonte ZEUS News – www.zeusnews.it ]
Guido Rossi, allora presidente di Telecom Italia, alla fine del 2006 aveva rinunciato a un leggero incremento del canone per motivi di immagine: erano i giorni bui dello scoppio dello scandalo Tavaroli. Le proteste delle associazioni dei consumatori e la necessità di rifarsi un po’ la faccia erano prevalse sulle necessità finanziarie.
Ora c’è il rischio che il possibile aumento del canone Telecom recuperi (con gli interessi) quella concessione di Rossi: il titolo è in caduta libera, i ricavi si riducono, gli azionisti sono scontenti – italiani o spagnoli che siano – e Telecom vuole ridurre pesantemente il personale.
Tra l’indice Istat (che giustificherebbe l’aumento) e la necessità di risorse fresche per le Reti di nuova generazione che Telecom sembra disposta ad aprire ai concorrenti, ecco allora arrivare l’aumento del canone.
Il maggiore esborso toccherebbe sia ai concorrenti di Telecom – che comprano "all’ingrosso" il canome – sia gli utenti finali, cioè gli abbonati veri e propri.
L’aumento mensile potrebbe aggirarsi sull’euro e cinquanta centesimi, magari suddiviso in più tranche: sarebbe comunque una "ministangata telefonica".