Cosa chiede il mercato delle professioni ICT

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Soprattutto nelle aree della cyber security, dei big data e del cloud computing il nostro Paese sta mettendo in mostra una netta accelerazione diretta verso una digitalizzazione sempre più estesa. Lo scenario, tuttavia, è complicato dalle difficoltà che vengono incontrate nel trovare le competenze tecnologiche di cui ci si dovrebbe servire sia per la formazione dei nuovi profili che per sostenere il cambiamento, come dimostrano i dati che provengono dall’Osservatorio delle Competenze Digitali 2018.

I profili più richiesti

In Italia, quelli degli ICT consultant e degli sviluppatori sono alcuni tra i profili più richiesti dal mondo del lavoro in ambito informatico. I dati rilevano una forte mancanza di laureati e di specialisti nel settore, mentre continuano a emergere profili nuovi. Solo nel 2017 sul web sono stati pubblicati circa 64mila annunci di lavoro relativi a professioni ICT: rispetto all’anno prima si è registrato, da questo punto di vista, un aumento pari al 7%. Le previsioni da qui ai prossimi due anni sono ottimistiche, con stime che parlano di quasi 90mila posti di lavoro nuovi attesi in riferimento alle specializzazioni ICT.

Tutti vogliono gli sviluppatori

Sono gli sviluppatori a ricoprire la parte del leone in questo scenario, non solo per la crescita di quasi il 20% rispetto all’anno prima, ma soprattutto perché praticamente la metà delle inserzioni su Internet chiama in causa proprio loro. Nella graduatoria dei ruoli più richiesti, sul secondo gradino del podio salgono i consulenti ICT, mentre i trend complessivi mettono in evidenza la crescita di professioni che fino a pochi anni fa non esistevano e che sono direttamente correlate con la trasformazione digitale: è il caso dei cyber security officer, dei big data specialist e dei service development manager. Non tutto il quadro, però, è a tinte rosee: in particolare, i numeri palesano un netto divario tra l’offerta e la domanda di specialisti ICT, il che dimostra come sia necessario intervenire nel più breve tempo possibile per riuscire a sfruttare la grande varietà di occasioni che vengono messe a disposizione dal mercato del lavoro digitale.

I laureati

Il fabbisogno di laureati per le imprese, secondo le stime che sono state fornite dall’Osservatorio, va da un minimo di circa 13mila unità a un massimo di più di 20mila: in qualsiasi caso, la situazione reale manifesta un gap notevole, visto che al massimo il numero di laureati sfiora le 9mila unità. Per quel che riguarda i diplomati, invece, la situazione è diversa, perché a fronte di un fabbisogno compreso tra le 8mila e le 13mila unità ci si attende un surplus senza dubbio superiore alle 3mila unità, ma che potrebbe addirittura andare oltre le 8mila. Traducendo i numeri in realtà, vuol dire che la crescita dei laureati ICT nel nostro Paese avviene su ritmi inferiori a quelli richiesti dalle imprese. La crescita è costante ma ancora troppo lenta, e in alcuni casi i trend lasciano intravedere addirittura il segno meno, come dimostra la riduzione del numero di specialisti in ingegneria informatica e informatica.

Il percorso di studi

Aziende come Arka Service Torino hanno bisogno di leve nuove, ma i dati che provengono dalle università offrono tendenze contrastanti. Le isole, per esempio, vedono aumentare il numero di immatricolazioni in area ICT del 13%, e una crescita del 6% si registra al Nord e al Sud. A sorpresa, è il Centro che dimostra di rimanere indietro, con un calo che supera il 9%. C’è, poi, ancora un forte gap di genere, visto che la quota femminile non arriva a toccare il 20% per questi corsi di studi.

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