In questi giorni, una famosa giornalista ha pubblicato su Twitter la lettera dove Facebook spiega come funzionano i suoi sistemi per spiare gli utenti, anche quando disattivano il tracciamento della posizione.
Oltre al normale tracciamento autorizzato infatti, la compagnia di Zuckerberg sfrutta tecniche alternative per mantenere il controllo di chi si iscrive alla piattaforma e, soprattutto, di chi scarica la app.
All’interno della lettera troviamo anche quelle che vengono definite rough location, posizioni grezze. Tracciamenti approssimativi ma che permettono comunque alla piattaforma di spiare i propri utenti.
Facebook utilizza quindi le nostre informazione per capire, più o meno, dove ci troviamo.
Non mancano strumenti che vanno a tracciare direttamente l’IP dell’utente.
Ci troviamo quindi di fronte a un vero e proprio sistema di controllo studiato appositamente per non perdere mai di vista tutti coloro che si sono iscritti a Facebook.
Una situazione piuttosto inquietante che ha messo in allarme il mondo USA dopo l’uscita della lettera ufficiale pubblicata su Twitter.
L’obiettivo di Facebook è quello di continuare a inviare pubblicità geolocalizzate, oltre che valutare eventuali accessi non consentiti grazie alla posizione.
Questo sono almeno i motivi ufficiali, in generale però, ci rendiamo conto di come la piattaforma abbia praticamente il monitoraggio costante degli utenti, conoscendo ogni loro movimento, oltre a gusti, rapporti e interazioni.
Una situazione definita molto pericolosa da diversi colossi dell’informatica, a partire da Tim Cook di Apple, passando per Bill Gates che ha espresso la sua preoccupazione verso i giganti del web e la loro onniscenza.
La lettera mostra in modo chiaro i sistemi attraverso i quali, senza violare necessariamente il regolamento, Facebook è in grado di tracciare le persone e di seguirle in ogni frangente della loro vita.
Una situazione preoccupante che potrebbe portare a una disiscrizione di massa dalla piattaforma più spiona del web.
