Per Facebook si è rivelato un fallimento sotto ogni punto di vista. Di cosa si parla? Di M, l’assistente virtuale dotato di intelligenza artificiale e attenzione umana per i dettagli, lanciato meno di tre anni fa. Leggi tutto l’articolo per conoscere i dettagli e le cause del fallimento.
In realtà, M era rimasto poco più di un test perché non era mai uscito dalla fase beta, con un team dedicato notevole ma limitato data la mole dell’utenza del social di Zuckerberg: si parla di circa duemila persone. Tale personale verrà ricollocato all’interno di Facebook con altre mansioni.
In realtà M non chiuderà davvero del tutto: sarà lasciata attiva M Suggestions, una parte totalmente automatizzata che garantisce suggerimenti su impegni, pagamenti, prenotazioni e su tutte le altre funzioni all’interno delle chat di gruppo. Ma qual è stata la causa che ha portato M alla fine prima ancora del suo inizio?
Riguardo alla storia dell’assistente virtuale di Menlo Park, vi è stato un passo falso che nonostante tutto sarà utilissimo nell’adozione di nuove soluzioni per un assistente virtuale stavolta davvero efficace.
“Abbiamo lanciato questo progetto per capire quali fossero davvero i bisogni delle persone e le aspettative riguardo un assistente e abbiamo imparato molto” ha dichiarato l’azienda. “Utilizzeremo queste informazioni per altri progetti d’intelligenza artificiale all’interno di Facebook”. E l’addio ufficiale è avvenuto circa un mese fa.
M dette il via alla febbre da bot, le utenze automatizzate mai realmente rese attive sulla piattaforma Messenger. Era stato svelato nel 2015, all’interno della chat e avrebbe dovuto tenere testa ad altri assistenti nella presa di appuntamenti, ordini e nella gestione autonoma delle conversazioni con i centri di assistenza.
Non è stato così, mentre invece piattaforme come l’Assistente di Google hanno fatto grandi passi. La curiosità è M contava anche su uno staff umano, versione diffusasi lo scorso aprile, l’ultimo tentativo prima della cancellazione del progetto.