Il Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea ha confermato la riforma del copyright per l’unione europea.
La controversa legge ha visto numerose proteste, in particolar modo per l’accusa di ridurre la libertà della rete, oltre che dare in mano a poche realtà informazione e distribuzione dei media.
L’Italia ha votato contro, il dissenso italiano non è comunque bastato a fermare un provvedimento fortemente voluto da alcune realtà giornalistiche che vedono minacciato il loro potere dai nuiv media e dal web indipendente.
Ci vorrà del tempo prima di vedere degli effetti diretti della normativa nella nostra quotidianità.
L’approvazione però è ufficiale, questo significa che presto o tardi molte cose dovranno cambiare a partire da realtà come Google News.
Per fortuna Wikipedia, tra le promotrici delle proteste contro la nuova legge, è tata esclusa dalle nuove normative.
Le organizzazioni no profit non dovranno quindi rispondere alle controverse leggi sul copyright che sembrano riportarci indietro di qualche decina di anni mentre viviamo in un web che si sposta sempre di più verso il crollo dei diritti di autore e la monetizzazione alternativa.
Tra le novità introdotte nel dl ci sarebbe la spatrizione dei ricavi tra gestori delle piattaforme online e artisti e giornalisti, la responsabilità diretta dei gestori assieme ad alcune classiche leggermente più morbide della scrittura originale.
Ci troviamo comunque di fronte ad un testo che, in un modo o nell’altro cambierà in modo sensibile il nostro modo di fruire il web.
Per fortuna i contenuti personali, come meme e altri elementi sono stati esclusi.
Le piccole realtà non dovranno attenersi ai nuovi regolamenti, quello che temiamo però è che quella enorme fonte di informazioni e cultura che è al momento Youtube assieme ad altre realtà del genere possa trasformarsi in qualcosa di ben più sterile e meno libero per la paura di violare qualche diritto d’autore.