I maggiori produttori di memorie, si stanno muovendo per concludere lo sviluppo e l’espansione dei nuovi chip GDDR6 rivolte alle schede grafiche più evolute. Sia Micron che Samsung, hanno attestato di essere al lavoro sulla funzione delle memorie GDDR6 e che, quest’ultime saranno finite fra la fine del 2017 e l’inizio del 2018. A questo proposito, SK Hynix, da parte sua ha affermato di essere in procinto di terminare la progettazione e lo sviluppo dei chip GDDR6, bensì ha anticipato qualche caratteristica tecnica.
Dunque, SK Hynix ufficialmente informa sulle nuove memorie GDDR6, chip ad elevate prestazioni che troveranno destinazione sia nelle schede grafiche di prossima generazione, ma anche in settori in cui occorre processare velocemente molti dati (vedi AI, VR, Self-Driving Car ecc). Quindi questa tipologia di memoria, adatta per l’elaborazione in tempo reale di grosse quantità di dati grafici, è destinata all’integrazione in schede video ad alte prestazioni, garantendo risultati migliori delle attuali GDDR5/GDDR5X, e avvicinandosi allo stesso tempo alle veloci HBM. Le memorie GDDR6 potrebbero risultare maggiormente interessanti nei confronti dei HBM2 per questioni di compatibilità.
All’inizio, saranno commercializzati chip da 8Gb 2Znm, grandi di 16 Gbps, e destinati ad operare con un bus di come minimo 384 bit, il tutto per una banda passante di ben 768 GB/s. Raddoppia la banda offerta dalle memorie utilizzate, per esempio, nelle schede grafiche GTX 1060 o RX 580.
Secondo Samsung i nuovi chip GDDR6 consentirebbero di ridurre i consumi energetici del 20%; Secondo SK Hynix, le GDDR6 non garantiranno soltanto migliori prestazioni, ma un consumo ristretto rispetto alle GDDR5, stimato nell’ordine del 10%.
Momentaneamente non c’è niente di certo ed è possibile rimanere soltanto nel campo delle mere ipotesi.
In ogni caso, Samsung e Micron stanno per portare sul mercato un nuovo standard che rivoluzionerà il mercato, almeno nel prossimo anno, sia per le migliori prestazioni che per i minori consumi, compromesso, questo, che sembra davvero difficile da raggiungere. Se tutto venisse confermato così com’è, dunque, sarebbe un grande passo in avanti per una tecnologia più green e allo stesso tempo più avanzata.