Hideo Kojima noto soprattutto per la sua straordinaria saga di videogiochi, Metal Gear. ha raccontato di recente il mestiere del Game Desiger.
Secondo Kojima infatti, disegnare un videogioco è un lavoro paragonabile a quello di uno chef.
“Realizzare i giochi è come cucinare, per fare un esempio. Lo chef decide il menù delle portate, sceglie gli ingredienti, i mezzi di cui servirsi e i metodi da usare per cucinare. Dopo prenderà in analisi ciascuna portata valutandone aspetto, odore, sapore, suono. Dovrà vedere la composizione di ogni piatto e fare gli aggiustamenti necessari.” spiega il maestro del mondo dei videogiochi.
Ed è proprio questo lavoro che sta svolgendo al momento nella realizzazione del suo Death Stranding, primo titolo interamente prodotto in solitaria dalla sua casa recentemente fondata dopo la rottura con Konami, la Kojima Productions”
Death Stranding, titolo che chiama in causa una serie di attori internazionali, oltre alla collaborazione continua e a una vera e propra co-creazione con il regista premio oscar Guillermo Del Toro, promette di portare sullo schermo qualcosa di immenso, strano e completamente nuovo. Un gioco che punta a superare i confini del media e a liberarlo dalle meccaniche che dopo un iniziale sviluppo hanno iniziato ad incatenarlo.
I dettagli sono pochissimi e i gameplay visti lasciano molto all’immaginazione, senza dimenticare la tendenza di Kojima a mostrare elementi, sì presenti nel gioco ma in grado di confondere gli spettatori. Basti pensare alla presentazione di Metal Gear Solid V, che ebbe inizio facendo credere a tutti di trovarsi di fronte a un gioco slegato alla saga, a una sorta di titolo con forti elementi sovrannaturali, che si rivelò poi il prologo di The Phantom Pain.
Che dire, non ci resta che lasciare lo chef a lavoro e sperare che riesca a dosare al meglio tutti quei magici ingredienti di cui può disporre un game designer con uno studio come la Kojima Productions.