Tra le decine di serie, revival, citazioni e reboot c’è anche Watchmen, la serie prodotta da HBO e basata sul fumetto di Alan Moore, vanterà nel cast anche Robert Redford.
In questo caso ci troviamo di fronte a un lavoro delicato e particolare, per molti un vero e proprio scempio.
La nuova serie infatti è un sequel della storia originale.
Nella storia di Moore è proprio Redford il presidente americano, senza limite di manda.
“In Watchmen non esiste più il limite di mandato per il presidente”, commenta Damon Lindelof, col difficile compito di andare a toccare personaggi eterni che hanno segnato la storia della letteratura e del fumetto.
La serie, a quanto pare analizerà:
“cosa accade quando un uomo bianco con le migliori intenzioni svolge il ruolo di presidente troppo a lungo.”
Il problema è però Alan Moore che non sembra per niente felice dell’adattamento.
Watchmen è una storia perfetta a conclusa e, andare a ritirare fuori la storia dei particolari eroi di Watchmen, prendendone il nome praticamente al solo scopo di ottenere più soldi anziché creare una nuova IP non sembra il massimo ad Alan che vede i suoi personaggi e le sue creazioni prese e modificate a piacimento dalle mayor.
“Ho trovato l’approccio di Damon Lindelof davvero fresco, entusiasmante e inaspettato”, dichiara invece Gibbons, disegnatore del fumetto originale.
“Non credo sia ciò che si aspetta la gente, di certo non è come me lo immaginavo io. Credo sarà qualcosa di originale e non vedo l’ora di poterlo vedere sullo schermo.”
Parole incoraggianti, al contrario di quelle di Moore.
Alan è da sempre contrario agli adattamenti delle sue opere e, nonostante permettano in certi casi di spingere le persone verso l’opera originale, forse non ha tutti i torti.
In questo caso in particolare, ci troviamo di fronte a un sequel senza l’autore originale, una situazione abbastanza paradossale che potrebbe scatenare la furia dei fan.