I falsi miti dell’informatica (parte 2)

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Se hai letto la prima parte, sai già di cosa stiamo parlando: tutte le falsità diffuse sulla sicurezza informatica e la navigazione in Internet.

  1. La navigazione in incognito mantiene invisibile l’utente. Questa è una bufala. La navigazione in incognito è una funzione inclusa in tutti i browser web e permette di passare da un sito all’altro senza lasciare tracce sul dispositivo utilizzato, ovvero gli indirizzi non sono salvati sulla cronologia, così come i suggerimenti per le ricerche, ma questo non rende invisibile l’internauta mentre naviga sul web. Cioè, in parole semplici, la modalità in incognito non protegge la privacy come quando si naviga in modo anonimo, quindi si è sempre rintracciabili.
  2. Meglio lasciare accesi i computer. Non è necessario sospendere o ibernare il dispositivo.  È vero che riducono al minimo l’attività dell’hardware, consumando molta meno energia, ma non c’è altra ragione a meno che non sia per necessità.
  3. Perché ci sono siti che raccontano bufale? Perché ad ogni clic questi siti guadagnano attraverso le piattaforme pubblicitarie come Google AdSense e simili. Essendo fonte di guadagno “facile” ve ne sono a centinaia sul web. Uno fra i primi blog ad offrire un servizio Anti-Bufala è stato quello di Paolo Attivissimo (oggi Bufalopedia), il cui scopo è quello di smentire le bufale che girano sul web ogni qual volta che vengono diffuse, spiegando perché si tratta di notizie false (ci sono anche altri siti antibufale).

 

Il web viene anche spesso consultato come sostituto del medico, ed è quindi importante, anche a livello della salute distinguere le verità dalle bufale (ricordando che il web non è laureato in medicina e non è abilitato a sostituire il vostro medico).

Distinguere le notizie vere da quelle false, e acquisire informazioni corrette, è importante, soprattutto per evitare comportamenti alterati nelle persone.

Pertanto per interpretare le notizie serve una cultura generale che va costruita.

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