In informatica, l’UEFI, acronimo di Unified Extensible Firmware Interface, è l’interfaccia firmware predefinita per PC che ha sostituito l’ambiente BIOS.
È una tecnologia annunciata inizialmente solo da Intel al momento della presentazione della propria architettura IA-64 del processore Itanium e poi ripresentata in maniera decisamente più consistente insieme a Microsoft a fine 2003.
Lo scopo di UEFI è quello di sostituire gradualmente i vecchi BIOS delle schede madri e dopo un timido debutto sul mercato agli inizi del 2006 grazie ai primi iMac Intel Core Duo di Apple, è stata introdotta in volumi solo con i processori Intel Core con architettura Sandy Bridge, dopo esser stata affiancata a un’altra tecnologia Intel arrivata a fine 2005, iAMT per la gestione remota dei sistemi.
UEFI consente ai produttori di integrare nel firmware della scheda madre applicazioni e nuove funzionalità, fra cui strumenti per la diagnostica e il ripristino dei dati, servizi di crittografia e funzionalità per la gestione dei consumi. Uno dei grandi vantaggi di UEFI, rispetto al vecchio BIOS, è l’interfaccia grafica che lo fa assomigliare ad un’applicazione software comune. Questo è dovuto al fatto che la limitazione di comandi a 16 bit e con 1 MB appena di memoria caricata è stata superata. Inoltre, mediante l’interfaccia UEFI del firmware è possibile eseguire molte operazioni di gestione e amministrazione prima impossibili con BIOS.
Tramite le applicazioni UEFI facilita la procedura di avvio e offre flessibilità amministrativa. Con sistemi Windows l’unico sistema per partizionare dischi con capacità maggiore di 2 TB è quello di avere una piastra madre dotata di firmware UEFI.
UEFI rende più semplice la gestione di PC e server da remoto, aiutando così le aziende a ridurre i costi di manutenzione e supporto, e può gestire direttamente le connessioni di rete per connettersi ad una LAN o a Internet.