Chi era veramente Steve Jobs? Pubblicato un rapporto dell’FBI

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Siamo nei primi anni ’90 e George Bush senior sta pensando di affidare al provetto fondatore di casa Apple, Steve Jobs, un importante incarico come componente del President’s Export Council. Tuttavia prima di affidare un compito di tale portata a questo suo candidato ideale, Bush pensa bene di indagare sulla personalità del ragazzo, facendo anzitutto luce sui suoi modi di pensare, sul suo stile di vita, sul suo carattere, perchè si sa, alla fin fine ‘tutto fa brodo’ ai fini di un curriculum.
L’FBI che riceve l’incarico di aprire le indagini, come primo step ordina quindi ai suoi investigatori di contattare le persone più vicine a Jobs e di reperire tutte le informazioni sull’oggetto dell’indagine tramite il semplice strumento dell’intervista.

E’ indubbio che da queste indagini è uscito fuori tutto lo spirito creativo e l’innegabile dote dell’imprenditorialità propri di Steve Jobs, ma è altrettanto vero che ne sono emersi aspetti caratteriali fin’ora rimasti ignoti al grande pubblico.
Non a caso, tra i conoscenti c’è chi lo ha definito come “un bugiardo, qualcun altro lo vedeva come un abile manipolatore della realtà, che riesce a distorcere la verità pur di raggiungere i suoi obiettivi” e chi lo voleva nelle vesti di un personaggio “dalla moralità discutibile”.

E non è finita qui: dal report risulta altresì che Jobs abbia fatto uso frequente di marijuana e Lsd (confermando quindi le confessioni pubbliche già fatte da Steve su questo fronte) e che sia stato un personaggio non del tutto trasparente con la sua famiglia.

Ma al di la di tutto gli stessi intervistati lo raccomandavano comunque per il posto che Bush volè offrirgli, e che purtroppo Steve non ha mai presieduto. Un’aspetto di incoerenza? Forse no. Forse, in realtà, la conciliazione sta nel fatto che Steve è tutt’ora un gran bel punto di riferimento per il mondo della tecnologia contemporanea, e arrivare a ricoprire determinati ruoli a livello internazionale spesso e volentieri è solo il risultato di un compromesso con sè stessi, dove il carattere del buon samaritano perenne di tanto in tanto devi necessariamente accantonarlo, oltre che di un punto d’accordo anche con il resto della società con cui devi fare i conti per quel mostro insaziabile conosciuto come ‘invidia’.

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