Il settore dei processori per smartphone ha subito un crollo del 26% su base annua, in parallelo al crollo di vendite di nuovi device.
Un crollo importante per un settore alla base del mondo tech e con ragioni diverse.
Da un lato c’è la crisi dovuta al virus, che genera un calo di vendite sia per la crisi economica vera e propria, che per i problemi di produzione e vendita dei mesi di lockdown.
Dall’altro lato, manca una spinta vera e propria nel settore dove, uno smartphone di fascia bassa o un buon telefono, garantisce ormai delle prestazioni eccellenti ed è molto difficile sfruttare davvero i nuovi device, con poche innovazioni, e rispettivo calo delle vendite.
Qualcomm rimane in testa alla classifica delle società ma perde comunque punti percentuale.
Al secondo posto troviamo la taiwanese Mediatek, che passa dal 24% al 26%.
Terza posizione per HiSilicon che super Samsung e sale sul podio.
Tra le cause del crollo si parla della pandemia, ma anche di Huawei “che ha aumentato l’utilizzo di processori HiSilicon in conseguenza delle restrizioni imposte dagli Stati Uniti, e che ha registrato una forte crescita in Cina, primo mercato mondiale degli smartphone”.
E’ proprio Huawei a influenzare il mercato con un monopolio del mondo Android ormai senza precedenti, soprattutto con le sue differenti operazioni.
Il mondo tech è sempre più caratterizzato da prodotti cinesi, con Huawei e Xiaomi, con relativi sub-brand che hanno praticamente preso il controllo del mercato.
La vendita di processori, dipenderà quindi sempre di più dalle decisioni prese da queste aziende.
Resta da vedere se il boom, dovuto ai prezzi ridotti dei potenti device Huawei, andrà avanti ancora a lungo, o ci saranno dei cambiamenti nei prossimi mesi.
Nel frattempo quella che emerge è l’immagine di un mercato colpito duramente dalla pandemia, ma che registra ancora numeri importanti dal lato vendite.