G-Drive: primi esperimenti di storage online e cloud computing

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Avete mai sentito parlare di G-Drive o G-Disk. È un argomento di cui si parla già da molto tempo. Ma cos'è? Lo spieghiamo per chi ancora non lo sapesse.


Si tratta di un vero e proprio hard disk non fisico, bensì virtuale da utilizzare, cioè, on-line per l’archiviazione dei nostri dati personali. L’idea di un sistema di archiviazione sfruttante un hard disk virtuale oltre ad essere una fantastica idea, per tutta una serie di motivi (si pensi, ad esempio al risparmio sia in termini di costi che in termini di mero spazio fisico), risulta anche perfettamente in linea con quello che viene definito il cloud computing
(termine, particolarmente efficace, per indicare il progressivo decentramento sul web, quindi on-line, di dati ed applicazioni).


Il nuovo servizio di Google, collegato a Gmail, mette a disposizione 1 Giga per ogni account, con possibilità di caricare file fino ad una dimensione di 250 Mb di qualunque tipo. Se vorremmo più spazio dovremo, tuttavia, acquistarlo al costo minimo di $ 0.25 annui per ogni giga aggiuntivo.


Ne potranno trarre sicuramente giovamento i numerosi soggetti che sono soliti avere collaborazioni on-line, nonché i fruitori di sistemi di condivisione dati: tutti i file caricati potranno, di fatto, essere elaborati e condivisi con molta facilità da utenti anche molto distanti fra di loro.


Questo servizio, ancora lontano dall’essere a livello di altri sistemi di storage on-line possiede comunque tutte le basi per poter conquistare il mercato, a patto di un continuo e costante sviluppo, soprattutto se riuscirà ad interagire bene con tutte gli altri servizi offerti da Google. 

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